La costipazione è una condizione caratterizzata da sintomi eterogenei, particolarmente diffusa nella società occidentale. In tutto il mondo è circa il 10-20% della popolazione adulta a presentare sintomi associati a stipsi, a cui si accompagnano una riduzione del benessere fisico, mentale e sociale.
Fra i disturbi più comuni troviamo:
1. Evacuazione con sforzo in più del 25% degli episodi
2. Feci dure (1-2 della scala di Bristol, che ci aiuta visivamente nel determinare la forma delle feci), in più di un quarto delle defecazioni
3. Sensazione di evacuazione incompleta in più del 25% dei casi
4. Sensazione di ostruzione/blocco anale in più del 25% dei casi
5. Manovre manuali per agevolare l’espulsione delle feci (evacuazione manuale e supporto del pavimento pelvico)
6. Meno di tre movimenti intestinali spontanei a settimana
Se negli ultimi 3-6 mesi hai sofferto di 2 o più dei sintomi indicati sopra, potresti essere in presenza di una costipazione funzionale cronica. La buona notizia è che solo in rari casi la stitichezza si associa ad una patologia grave, cancro al colon o ipotiroidismo (ci rivolgeremo sempre e comunque al nostro medico curante per avere una diagnosi e per gli eventuali approfondimenti clinici che permetteranno di fare chiarezza sulla nostra situazione). La “cattiva” notizia è che nella stragrande maggioranza dei casi per contrastare la stipsi basta modificare in modo sostanziale il nostro stile di vita: gli errori sono quasi sempre l’alimentazione troppo ricca di alimenti industriali, raffinati e di proteine animali, la sedentarietà e la scarsa idratazione. E, in tanti anni di lavoro, so quanto questo possa essere difficile introdurre modifiche anche minime allo stile di vita. Ci manca il tempo per parcheggiare a 1 km dal nostro ufficio e camminare fino a lì, bere ci costa fatica e ci costringe poi a fermarci per urinare più spesso, siamo smarriti di fronte ai cibi e non sappiamo realmente cosa ci faccia bene e cosa no. Più in profondità la difficoltà nel modificare il nostro stile di vita può coprire un modo di essere, un atteggiamento psicologico, che costituisce spesso la radice del problema e che va avvicinato con grande rispetto e delicatezza. Per questo è sempre consigliato un approccio olistico, integrato e personalizzato.
Stitichezza: quando preoccuparsi
A livello di frequenza nell’evacuazione, parliamo di costipazione quando si verificano meno di tre evacuazioni a settimana; il fatto di non evacuare tutti i santi giorni alla stessa ora non dovrebbe quindi essere di per sé motivo di ansia, per alcuni soggetti può essere fisiologico. Avremo ragione di preoccuparci (e di rivolgerci quindi al nostro medico) nel caso in cui la stipsi insorga in modo improvviso, ostinato, severo, con forti dolori addominali e perdita di peso. Quasi sempre avremo però ampi margini di manovra anche grazie alla fitoterapia e alla naturopatia.
Rimedi naturali per il transito intestinale.
Le piante officinali che tradizionalmente ci aiutano nel migliorare il transito intestinale si distinguono in lassativi vegetali formanti massa, lassativi zuccherini ad azione osmotica, lassativi antrachinonici. Io consiglio quasi sempre i primi e prediligo i semi di Lino o di Psillio.
I lassativi formanti massa contengono delle sostanze di origine vegetale che nel lume del colon assorbono acqua e si rigonfiano: questo comporta un aumento della massa fecale con conseguente effetto lassativo. In assenza di diverticolite, consiglio di lasciare in ammollo in mezzo bicchiere d’acqua un cucchiaio di semi di Lino per 12 ore, per poi assumere sia acqua che semi. Tale pratica risulta molto efficace ed è pure estremamente economica. In alternativa si possono utilizzare i semi di Psillio, anch’essi molto ricchi in mucillagini, che migliorano il peso e la consistenza della massa fecale. Lo Psillio è utile sia in caso di stipsi, sia in caso di diarrea, contribuendo a normalizzare il transito. Nella costipazione in particolare lo Psillio trattiene acqua nel lume intestinale e previene l’eccessivo assorbimento di liquidi lungo tutto il colon. In queste condizioni la massa fecale risulta più idratata, aumenta il volume e accelera il transito. Lo Psillio viene utilizzato anche nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile e della colite ulcerosa.
La mia preferenza verso questa tipologia di lassativi si giustifica in quanto sono estremamente ben tollerati e sicuri per l’organismo, non è richiesto un aumento di dosaggio nel tempo e possono essere utilizzati anche per lunghi periodi.
Stitichezza: come combatterla
Le classiche prugne, così come il tamarindo, appartengono alla categoria dei frutti lassativi, soprattutto in virtù della presenza di zuccheri, che favoriscono il transito per azione osmotica. Il livello di sicurezza è sicuramente buono, il tamarindo è utilizzato anche nei bambini, resta eventualmente da valutare la gestione dell’apporto di zuccheri in soggetti diabetici.
Nel gruppo dei lassativi antrachinonici troviamo piante officinali come Senna, Rabarbaro, Aloe (succo, non gel sine cute), Frangola, Cassia angustifolia. Si tratta di lassativi molto efficaci, che agiscono mediamente dopo 8-12 ore dalla loro somministrazione. Agiscono essenzialmente con un meccanismo irritante, stimolando l’accumulo di fluido intraluminale e un aumento del transito intestinale. Presentano effetti collaterali come congestione delle emorroidi, melanosi reversibile del colon, scolorimento delle urine. Possono interagire con l’assorbimento di alcuni farmaci, non sono sicuri in gravidanza ed allattamento, possono dare origine a meteorismo, crampi, flatulenza, sono raccomandati solo per periodi brevi, di 1-2 settimane al massimo. E’ il genere di lassativo che io consiglio solo in viaggio, quando il cambiamento di clima, ambiente, alimentazione, stile di vita può dare origine a stipsi. C’è solo un altro caso in cui tollero questo tipo di lassativo: nei soggetti allettati o con grandi difficoltà di movimento.
Detto questo, negli anni è stato fatto un abuso di queste sostanze naturali: cosa c’è di più semplice che prendere un integratore ed evacuare dopo 8 ore, sia per chi consiglia o vende il prodotto, sia per chi lo assume? Senza sforzo, senza cambiamenti di alimentazione, di idratazione, di stile di vita? Non posso non vedere il collegamento fra tale uso sconsiderato di piante della nostra tradizione erboristica e alcuni studi sulla possibile genotossicità e carcenogenicità di specifici composti contenuti nelle piante ad antrachinoni, studi che hanno portato l’European Food Safety Authority (EFSA) a rivalutare la sicurezza di queste erbe e in ultima istanza a vietare l’uso di preparati a base di Aloe succo (da non confondere con il gel, privo di sostanze lassative, anch’esso per uso interno), mentre per le altre specie è in corso un periodo di sorveglianza speciale. Tali studi sono stati condotti su singole sostanze attive, i derivati idrossiantracenici, e non sull’intero fitocomplesso, vale a dire l’insieme delle molecole vegetali che determinano sinergicamente l’attività farmacologica di una droga. Una recente ricerca italiana dimostra chiaramente i limiti di tali studi su singoli attivi ed evidenzia come sperimentalmente l’utilizzo del fitocomplesso di piante ad antrachinoni non presenti tossicità. Nella speranza che l’ingiustificato allarme europeo sull’impiego tradizionale erboristico di tali piante cessi e con esso le eccessive e immotivate misure contro di esse, continuo a consigliarne l’uso per brevi periodi o in quei casi in cui è veramente irrinunciabile.
Stitichezza: a cosa è dovuta
In ultima analisi non dimentichiamo come talvolta la stitichezza sia collegabile ad un fegato poco attivo, soprattutto per quanto concerne l’attività coleretica e colagoga, di aumento della produzione e del flusso biliare. Spesso si verifica una concomitanza di feci scure e sonnolenza postprandiale. In questi casi si avranno buoni risultati con l’utilizzo di piante officinali stimolanti del flusso biliare, come Carciofo, Tarassaco, Bardana, possibilmente sotto forma di decotti (che ci aiuteranno anche a bere di più) o di tinture.
Non dimentichiamo infine come la stipsi possa presentarsi nel contesto della sindrome dell’intestino irritabile: in questo caso le misure da adottarsi in materia di alimentazione saranno fondamentali, così come il ricorso a piante officinali specifiche per la gestione di spasmi, iperalgesia e infiammazione della mucosa intestinale.
Stitichezza: quali fermenti lattici prendere.
Nell’affrontare la costipazione funzionale un importante aspetto da considerare è la modulazione del microbiota intestinale, vale a dire dell’insieme delle popolazioni di virus, batteri, funghi che occupano il nostro tratto gastrointestinale e il cui equilibrio contribuisce in modo essenziale al nostro benessere. In tema di costipazione si ottengono spesso miglioramenti con la supplementazione di bifidobatteri, che esercitano un’azione protettiva sulla flora patogena, di controllo contro la formazione di gas causati da batteri gasogeni e hanno azione immunostimolante, dovuta alla formazione di acidi organici a catena corta. In condizioni di stress, in combinazione all’uso di antibiotici e con il fisiologico invecchiamento si assiste ad una riduzione significativa dei bifidobatteri normalmente caratterizzanti un microbiota sano e, non a caso, sono frequenti gli episodi di stipsi concomitanti. Consiglio quindi di sperimentare tale supplementazione, nell’insieme di un trattamento più completo per contrastare la stipsi funzionale.
Costipazione: l'approccio naturopatico.
Il transito intestinale è indissolubilmente legato alla nostra vita, allo stress, alle nostre abitudini alimentari. Per favorirne l’equilibrio le piante officinali e i rimedi naturali sono tanti e non necessariamente solo per via interna: interessanti risultati si ottengono anche con tecniche di rilassamento, massaggio addominale, riflessologia plantare, giusto per citare alcune risorse naturopatiche. Come sempre sarà necessario mettere al centro la persona e la sua storia: è quello che faccio durante una consulenza naturopatica. Se stai cercando una soluzione per il tuo intestino, possiamo parlarne insieme: ricevo a Roma, Perugia, Città della Pieve (PG), Abbadia San Salvatore (SI) e anche online.
Bibliografia
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