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Affrontare il cambiamento: le piante ci aiutano a far fronte allo stress.

Immagine del redattore: Valentina GanzValentina Ganz

Nel linguaggio comune la parola stress è spesso utilizzata per indicare condizioni di superlavoro. Nella pratica professionale mi capita spesso di incontrare persone alla ricerca di una soluzione naturale a problemi di tensione, leggeri stati di ansia, conseguenti alla difficoltà di gestire il carico emotivo e mentale dovuto ai troppi impegni. Certamente questa è una delle manifestazioni più importanti dello stress, ma non costituisce certamente un quadro completo del tema, anzi: una non adeguata conoscenza delle dinamiche che attivano la reazione di stress porta spesso ad un tardivo riconoscimento dei suoi sintomi, che rende necessariamente più lento il recupero dell’equilibrio.

Sindrome generale di adattamento è la definizione che H. Seyle ci dà dello stress[1], portandoci immediatamente in contatto con uno dei temi di maggiore attualità oggi: il cambiamento imprevisto e la necessità di adattarsi continuamente alle sue conseguenze. A ben guardare, siamo sistemi in cambiamento all’interno di sistemi più grandi: ognuno di noi affronta cambiamenti impercettibili costantemente, come accade per il turn over cellulare, così come cambiamenti più chiaramente definiti, come il menarca o la menopausa nella vita della donna. Affrontiamo traslochi, matrimoni, separazioni, periodi di vacanza, pensionamenti e lo possiamo fare accompagnati da emozioni sia positive che negative, ognuno ha la sua storia e la sua personale scala di valutazione. Affrontiamo i cambiamenti voluti dal sistema di cui facciamo parte, come la nostra nazione e la comunità internazionale, ci confrontiamo con la richiesta di nuove modalità lavorative, educative, sociali. Non importa se la trasformazione suscita in noi reazioni positive o negative: quello che conta è il turbamento dell’equilibrio preesistente e la naturale tendenza a riorganizzarsi alla luce della nuova situazione.

Esiste in fitoterapia un gruppo di piante che vengono definite adattogene, in grado di aumentare la nostra energia adattativa e quindi specifiche per evitare che l’attivazione continuativa dell’asse dello stress, con la caratteristica reazione neuroendocrina che coinvolge ipotalamo, ipofisi, surrene e che comporta, fra le altre cose, un innalzamento dei livelli di cortisolo, conduca a lungo andare all’instaurarsi di disordini somatici dovuti allo stress cronico. Se l’attivazione dell’asse dello stress è infatti vitale per affrontare le trasformazioni più o meno imprevedibili della vita, è nella capacità di attivare e disattivare tale meccanismo che risiede l’arte di rimanere sani e felici al mondo. E se è vero che la reazione da stress deve le sue ragioni biologiche alla necessità di far fronte a criticità di natura fisica, che trovano una risposta efficace in comportamenti come il combattimento o la fuga, è altrettanto vero che oggi i temi che attivano la reazione da stress si sono spostati su un piano più sociale, in cui scappare di casa o prendere a randellate il prossimo raramente risulta essere una strategia vincente. A questo punto arrivano in aiuto le piante adattogene.

Per essere definita adattogena una pianta officinale deve soddisfare determinati requisiti:

1. Azione innocua farmacologica, che non provochi alterazioni nelle funzioni dell’organismo

2. Ripristino della normalità rispetto a dei parametri fisiologici, indipendentemente dal tipo di squilibrio

3. Incremento delle capacità di adattamento indipendentemente dal tipo di stress (biologico, chimico, fisico), ma generalmente escluso quello di tipo infettivo (anche se spesso la pianta esercita un’azione immunostimolante)[2].

Si tratta dunque di piante officinali che si distinguono per l’importante profilo di sicurezza e per il generale effetto normalizzante; sono quindi dei regolatori metabolici naturali in grado di facilitare l’adattamento dell’organismo agli stimoli dell’ambiente circostante.

Fra le piante medicinali ritenute adattogene vediamo ora la Withania, l’Eleuterococco e la Rodiola[3]. Nelle proprietà di questi rimedi naturali è possibile trovare la risposta alla nostra esigenza di equilibrio come sistema mente-corpo.

Withania somnifera, radici, anche detta Ashwagandha o ginseng indiano: come tonico-adattogeno è un importante rimedio antistress in caso di disturbi della memoria e dell’attenzione, con una significativa azione neuroprotettiva e un effetto ansiolitico a beneficio del sistema nervoso centrale[4]. Come rimedio contro lo stress cronico è in grado di incrementare la resistenza e di aumentare l’energia, con effetti migliorativi generali sulla prevenzione delle malattie, con particolare riferimento ad atleti e anziani. Ne è riconosciuta l’attività immunostimolante, che rende la Withania indicata anche nel supporto immunitario in caso di influenza e infezioni recidivanti. La pianta possiede attività antireumatica, antinfiammatoria e analgesica e ha dato buoni risultati anche nel trattamento complementare dell’artrite, reumatismi e, in associazione con Boswellia serrata e Curcuma longa, di osteoartrite[5].

Eleuterococco, radici: è un tonico adattogeno dalla riconosciuta attività ricostituente, di supporto alle capacità mentali e fisiche nei casi di debolezza, esaurimento, stanchezza e durante la convalescenza[6]. Nella farmacopea cinese ne è riportato l’uso nel trattamento dell’insonnia e del sonno disturbato da sogni[7]; in effetti, ad un’azione di miglioramento del tono generale durante l’arco della giornata si associa un miglioramento dell’addormentamento e del sonno alla sera. Come molti adattogeni, agisce sul sistema immunitario con un’attività sia di supporto che di modulazione[8], che lo rende indicato sia in prevenzione e trattamento di malattie infettive, sia nel supporto al soggetto allergico. Sul sistema nervoso l’azione dell’Eleuterococco è di tipo neuroprotettivo, stimola la memoria, ha un’azione di rigenerazione neuronale e riequilibrante sul sistema neurovegetativo[9]. A livello endocrino l’Eleuterococco agisce come regolatore delle disfunzioni endocrine[10], con un’interessante azione normalizzante su ghiandole surrenali, tiroide[11] e con un’azione di regolazione della glicemia[12].

Rhodiola rosea, radice: è una delle più importanti piante contro lo stress[13]. Come adattogeno si distingue per un’azione più specificatamente rilassante rispetto agli altri “tonici-adattogeni”, importante quando si vuole agire sugli stati caratterizzati da ansia. La Rhodiola migliora la resistenza e il senso di benessere, riduce la fatica mentale e migliora la qualità del sonno[14]. Si è rivelata utile nel trattamento delle forme depressive di lieve entità e nei quadri di astenia, caratterizzati da sintomi come debolezza generale, ridotta capacità di lavorare, scarsa memoria, irritabilità, mal di testa, insonnia e scarso appetito[15]. Da questo punto di vista ricordiamo come la sua azione adattogena trovi applicazione anche nel comportamento alimentare, dove risulta essere un importante rimedio complementare in caso di fame nervosa.

Imparare ad ascoltare il proprio corpo e la propria mente è fondamentale per riconoscere l’impatto negativo dello stress prima che sia troppo tardi. A quattro mesi dalla dichiarazione dell’epidemia di nuovo coronavirus come emergenza internazionale di salute pubblica[16] sono più di 300 le pubblicazioni scientifiche dedicate al tema covid-19 e stress. In un quadro generale di aumento significativo dei disordini da stress, con sintomi che ricadono primariamente sul sistema nervoso, ma anche endocrino e immunitario, le piante adattogene costituiscono un valido strumento per mettere in moto meccanismi di resilienza e adattamento e per superare la crisi in modo vincente.


Se senti la necessità di un supporto qualificato per scegliere i rimedi adattogeni più adatti a te, puoi contattarmi e richiedere una consulenza naturopatica:


dr.ssa Valentina Ganz, naturopata

Cell. 346 31 58 138

Email valjaganz@gmail.com

[1] Hans Selye, The Stress of Life. M.D. New York, McGraw-Hill Book Company, Inc. 1956. [2] C. Giunti, Decotti e Tisane, Tecniche Nuove, Milano 2001, p. 122 [3] F. Capasso, G. Grandolini, A.A. Izzo, Fitoterapia. Impiego razionale delle droghe vegetali. Springer, 2006, p. 591 [4] Ivi, p. 609 [5] F. Firenzuoli, Le 100 erbe della salute, Tecniche Nuove Milano 2005 [6] OMS: monografie di piante medicinali, vol. II, SIFIT 2004, pp. 83.96 [7] OMS, op. cit. p. 87 [8] EMA Assessment report on Eleutherococcus senticosus (Rupr. et Maxim.) Maxim., radix EMA/HMPC/680615/2013 [9] Berdyshev VV. Some specific effects of single doses of adaptogens. In: Breckmann II, editor. Valeology: Diagnois, Means and Practice in Health Care. International Collection of Scientific Papers, Issue 2. Vladivostok: Dalnauka; 1995. p. 105–17. [10] C. Giunti, op. cit. p. 113 [11] Kirillov OI, Dardymov IV, 1966. The effect of Eleutherococcus on the catabolistic changes caused in young rats by cortisone, thyroidine, and 6-methylthiouracil, In: Brekhman II, ed. Eleutherococcus and other adaptogens among the Far Eastern plants. Vladivostok, 7: 55-62 [12] Davydov M, Krikorian AD. Eleutherococcus senticosus (Rupr. & Maxim.) Maxim. (Araliaceae) as an adaptogen: a closer look. J Ethnopharmacol. 2000;72(3):345‐393. doi:10.1016/s0378-8741(00)00181-1 [13] Ion-George Anghelescu, David Edwards, Erich Seifritz & Siegfried Kasper (2018) Stress management and the role of Rhodiola rosea: a review, International Journal of Psychiatry in Clinical Practice, 22:4, 242-252, DOI: 10.1080/13651501.2017.1417442 [14] F. Capasso, G. Grandolini, A.A. Izzo, op. cit. pp. 606-607 [15] Panossian, A.; Wikman, G. Effects of Adaptogens on the Central Nervous System and the Molecular Mechanisms Associated with Their Stress—Protective Activity. Pharmaceuticals 2010, 3, 188-224. [16] http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/

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