Il the è la bevanda più conosciuta in tutto il mondo e la più consumata dopo l’acqua. A seconda del livello di fermentazione parliamo solitamente di the nero, the verde e the oolong, le tre principali forme di the disponibili[1]. I polifenoli sono sicuramente i composti attivi più importanti del the e fra i composti polifenolici sono le catechine la componente attiva più importante del the verde: sono proprio loro ad aver reso famoso il the verde come bevanda dalle importanti proprietà salutistiche, fra cui spicca quella potentemente antiossidante e quindi preventiva dal danno da radicali liberi, significativo nelle malattie degenerative.
Come antiossidante il the verde ha un ruolo fondamentale nella prevenzione di problematiche neurologiche, neoplastiche e di processi infiammatori cronici[2], ma è soprattutto una delle piante officinali più studiate (e con i risultati più positivi) in materia di perdita di peso e di miglioramento dei valori di colesterolo, trigliceridi e glicemia, determinanti per il quadro metabolico del soggetto e per la prevenzione di disturbi cardiovascolari.
Sulla base della letteratura scientifica, i due grandi meccanismi responsabili di questa azione sembrano essere[3]:
· La riduzione dell’assorbimento di lipidi e proteine da parte dei costituenti del the vede nell’intestino, con conseguente riduzione dell’introito calorico
· L’attivazione dell’enzima AMPK da parte dei polifenoli del the, con conseguente riduzione della gluconeogenesi e della sintesi degli acidi grassi e aumento del catabolismo, che comporta riduzione del peso corporeo e miglioramento del quadro di sindrome metabolica.
L’efficacia del the verde come supporto nel recupero del peso ottimale e in caso di sindrome metabolica (ricordiamo come la diagnosi di questa sindrome veda la compresenza di almeno 3 fattori di rischio fra ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, diabete di tipo 2, ipertensione, obesità viscerale) è stata verificata da molteplici studi in vivo condotti su esseri umani, ma a condizione che le quantità di the assunte quotidianamente siano pari a 3-4 tazze almeno (circa un litro), in grado di fornire 600-900 mg di catechine del the. Il the verde sembra inoltre poter agire da prebiotico[4], con risultati positivi sull’intestino e sula composizione del microbiota a favore delle specie di bifidobatteri; del resto è ormai riconosciuta l’importanza cruciale del microbiota anche nella gestione dei disordini metabolici.
Fra le altre proprietà significative del the verde ricordiamo inoltre quella diuretica, angioprotettrice e stimolante del sistema nervoso centrale[5], attività quest’ultima ascrivibile alla presenza di caffeina, nel the verde in quantità ridotte rispetto al the nero. In tal senso ricordiamo come l’effetto stimolante risulti massimo con un’infusione di breve durata, dal momento che la caffeina si discioglie velocemente nell’acqua calda. L’infusione prolungata determina una maggiore estrazione di tannini, che a loro volta tendono a complessare la caffeina, che viene quindi assorbita in quantità minore dall’organismo[6].
In definitiva, sono sempre più gli studi scientifici a conferma della validità dell’uso millenario di questa pianta officinale nelle diverse culture, con particolare riferimento alle popolazioni asiatiche. Trarremo quindi beneficio da un buon litro di the verde, ottenuto da foglie acquistate da erboristi di fiducia (diffidiamo delle bustine) per infusione di 20 minuti, con cui accompagnare le nostre giornate.
Non esistono formule magiche per dimagrire: esiste un’alimentazione sana, definita da professionisti della nutrizione in base alle esigenze soggettive, esiste l’attività fisica, anche questa adeguata alle nostre necessità, ed esistono come sempre le piante officinali, da scegliere con attenzione e di cui è importante valutare le giuste modalità di assunzione per ottenere realmente risultati.
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[1] Khan N, Mukhtar H. Tea Polyphenols in Promotion of Human Health. Nutrients. 2018;11(1):39. Published 2018 Dec 25. doi:10.3390/nu11010039 [2] F. Firenzuoli, Le 100 erbe della salute, Tecniche Nuove, Milano 2005, p. 208 [3] Yang CS, Zhang J, Zhang L, Huang J, Wang Y. Mechanisms of body weight reduction and metabolic syndrome alleviation by tea. Mol Nutr Food Res. 2016;60(1):160‐174. doi:10.1002/mnfr.201500428 [4] Jin JS, Touyama M, Hisada T, Benno Y. Effects of green tea consumption on human fecal microbiota with special reference to Bifidobacterium species. Microbiol Immunol. 2012;56(11):729‐739. doi:10.1111/j.1348-0421.2012.00502.x [5] E. Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, seconda edizione, Tecniche Nuove, Milano 2004, p.522-523 [6] Della Loggia R., Piante officinali per infusi e tisane, OEMF, Milano 1993, p. 491
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