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Immagine del redattoreValentina Ganz

Un codice etico per i professionisti della salute oggi

Il giuramento di Ippocrate e la crisi dell'Antropocene

Probabilmente pensiamo tutti di sapere cosa sia il giuramento di Ippocrate: lo associamo all'impegno di ogni professionista nel campo della salute ad agire sempre nell'interesse della salute della persona. Ma come nasce realmente questo documento? E' ancora attuale? E se sì, perché? Scopriamolo insieme in questo articolo, tratto dal mio lavoro finale per il Master in Medical Humanities dell'Università di Modena e Reggio Emilia.


Giuramento di Ippocrate: origini e storia

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Giuramento di Ippocrate: ma cosa dice davvero?

Il Giuramento di Ippocrate è un documento che ha avuto una notevole fortuna nella storia della cultura occidentale. Concepito come formula di ingresso alla famiglia degli Asclepiadi, costituisce uno dei testi del Corpus Hippocraticum, il vasto insieme di testimonianze scritte che documentano la medicina ippocratica. Al Giuramento di Ippocrate fin dal principio è stato attribuito un fondamentale valore legittimante, divenendo in breve tempo un documento fondamentale per la professione medica in generale.

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Giuramento di Ippocrate: le origini

Il contesto che vede l’origine del Giuramento di Ippocrate è quello della tradizione della scuola medica degli Asclepiadi di Cos e di Cnido, radicata nella svolta scientifica che è testimoniata in una varietà di testi del Corpus Hippocraticum. La tradizione della medicina degli Asclepiadi di Cos e Cnido si afferma per prestigio ed efficacia in tutto il mediterraneo, a discapito della tradizione medica orientale ed egizia, di cui comunque la tradizione asclepiadea eredita le conoscenze. Con la crescita di richiesta di nuovi medici secondo questa tradizione, si evidenzia la necessità di trasmettere l’arte medica anche a chi è estraneo alla famiglia degli Asclepiadi. Di pari passo si afferma l’esigenza di un contratto che il medico in formazione sottoscrive in forma di giuramento, a protezione dei segreti professionali degli Asclepiadi e della reputazione della famiglia. Il Giuramento di Ippocrate vede quindi la luce in un determinato contesto storico, con precise implicazioni sociali (la relazione fra medico e paziente, fra medico e famiglia degli Asclepiadi, fra medico e colleghi), filosofiche (il pensiero di Ippocrate) e religiose (la tradizione templare del santuario di Asclepio a Cos).


Il Giuramento di Ippocrate è destinato a perdere presto il legame con il contesto asclepiadeo di origine, trasformandosi da testo su cui giurare a documento di studio. Già nel II secolo d.C. troviamo nel papiro di Oxy riferimento al Giuramento di Ippocrate come fonte di studio per il medico in formazione. Totalmente decontestualizzato, il Giuramento attraversa i secoli, affrontando manipolazioni e fraintendimenti che vanno dalle modifiche richieste dalla sua cristianizzazione fino alle strumentalizzazioni della Germania nazionalsocialista. Resta stabile nel tempo il suo forte valore legittimante della professione medica, fino alla sua rielaborazione e riproposizione in chiave laica con la Dichiarazione di Ginevra del 1948.


Il Giuramento di Ippocrate nel dibattito contemporaneo

Nel dibattito contemporaneo, il bioeticista R. M. Veatch apre il suo articolo Hippocratic, religious, and secular ethics: The points of conflict (2012) con un interrogativo su quale possa essere una fonte adeguata di norme di etica professionale. Nell’analisi dei giuramenti e dei codici etici professionali, primo fra tutti il Giuramento di Ippocrate, con riferimento alla professione medica, Veatch individua diversi motivi di inadeguatezza, come la distanza cronologica e culturale dal contesto in cui il Giuramento ha visto la luce e come lo stesso principio di beneficialità e di non maleficenza, che si prestano comunque a interpretazioni contraddittorie. Viene messa in discussione anche la legittimità dei codici deontologici professionali definiti dagli stessi professionisti. In conclusione, Veatch sottolinea come sia ormai tempo di sostituire i codici etici generati da professionisti con documenti che emergano dal consenso pubblico e che possano essere condivisi sia da laici che da religiosi. Come fonte per un’etica alternativa indica un insieme di principi comunemente condivisi e naturalmente conoscibili, a cui si riferisce come moralità comune (common morality).


In risposta alle argomentazioni di Veatch, T. Koch sottolinea come l’etica ippocratica derivante dal Giuramento non presenti tratti particolarmente bizzarri, cultuali o anacronistici. Nel suo contributo The Hippocratic Thorn in Bioethics Hide: Cults, Sects, and Strangeness (2014), Koch evidenzia, fra i vari punti trattati, come l’insistenza sulla cura del paziente e della sua salute in quanto dovere primario del medico sia un imperativo di persistente influenza dal punto di vista etico, legale e sociale. Nella tradizione ippocratica curare il singolo significa curare la società e non sono mancati gli esempi in cui l’anteporre i benefici della società a discapito del singolo hanno portato ad esiti tragici, come nei casi del mancato trattamento della sifilide nell’ambito dello studio di Tuskegee, dei casi di epatite introdotta nei bambini del Willowbrook Hospital e del consenso non adeguatamente informato all’inoculazione di cellule tumorali presso lo Sloan Cancer Center di New York, situazioni in cui la mancata adesione all’etica ippocratica ha portato alla considerazione della persona non come fine, ma come mezzo di una ricerca scientifica a favore della collettività.


Il rapporto fra salute del singolo e salute della collettività, come anche la tragica necessità di scegliere chi curare e chi no, sono alcuni dei temi che hanno caratterizzato la pandemia da Covid-19 e che evidenziano l’estrema attualità del dibattito sull’etica professionale a partire dal Giuramento di Ippocrate. Proprio alla luce delle sfide dell’epoca attuale, il cosiddetto Antropocene, K.J. Wabnitz e colleghi propongono una rielaborazione della Dichiarazione di Ginevra per le professioni sanitarie che tenga in considerazione la salute di tutto il pianeta, A planetary health pledge for health professionals in the Anthropocene (2020).


Giuramento di Ippocrate e suo valore oggi

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Il Giuramento di Ippocrate oggi

Per Antropocene si intende quel periodo della storia del pianeta in cui l’attività umana è diventata il fattore scatenante di cambiamenti ambientali globali e possiamo farlo iniziare con la fine del XVIII secolo, quando le analisi dell'aria intrappolata nel ghiaccio polare hanno mostrato l'inizio di crescenti concentrazioni globali di anidride carbonica e metano, evidenziando il ruolo determinante dell’uomo nell’alterare la geologia e gli ecosistemi dell’intero pianeta (Crutzen, 2002). L’attenzione rivolta all’influenza dell’uomo sugli equilibri dell’intero pianeta che soggiace alla concezione di Antropocene e il riferimento diretto ad una considerazione planetaria della salute secondo la proposta di Wabnitz e coautori ci riporta all’affascinante teoria di J. Lovelock nota come l’ipotesi Gaia.

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L'Ipotesi Gaia

L’ipotesi Gaia di Lovelock ci presenta la Terra come un organismo vivente, dotato di un agente di controllo - Gaia appunto - in grado di regolare le condizioni organiche e inorganiche del pianeta, in un’interazione continua fra la vita e l’ambiente, che permette di mantenere il suo naturale equilibrio. Lo stesso Lovelock mette in relazione la teoria di Gaia con la visione del mondo degli antichi greci, alludendo verosimilmente alla tradizione della filosofia della natura che sta alla base anche della medicina ippocratica. Ed è sempre Lovelock a ricordarci, al termine del suo intervento nell’ambito del primo simposio su Gaia organizzato dal Wadebridge Ecological Centre in Cornovaglia, come il messaggio di Gaia per l’ecologia umana sia prima di tutto quello di occuparci del pianeta e del suo stato di salute. Cita anche direttamente il principio di non maleficenza del Giuramento:


Abbiamo teorie e attrezzature, ma la scienza ha ben poco da offrire per curare le malattie di Gaia. Un principio, tuttavia, possiamo imparare dai medici, ed esso è prezioso nella nostra pratica professionale di medici planetari; è il giuramento di Ippocrate: non fare nulla che danneggi il paziente (Lovelock, 1992, p.75).


L’autore conclude sottolineando in chiave più ottimistica come l’evoluzione di Gaia sembri dipendere dalle attività dei singoli organismi e che tali attività, se favorevoli al sistema, comportino per tali organismi la possibilità di prosperare. Ne deriva una concezione in cui l’attenzione al singolo e alle sue responsabilità individuali è cardinale per lo stato di salute del pianeta nel suo insieme. Ci ricolleghiamo qui sia alla proposta di Wabnitz di impegno dei professionisti sanitari per una salute del pianeta nell’Antropocene, sia alla visione ippocratica di continuità fra uomo e natura.


Giuramento di Ippocrate: una nuova proposta

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Giuramento di Ippocrate: una nuova prospettiva

La proposta di A planetary health pledge for health professionals in the Anthropocene si apre con l’impegno solenne a dedicare la propria vita al servizio dell’umanità e alla protezione dei sistemi naturali da cui la salute umana dipende. Si riconosce la necessità di dare massima priorità alla salute delle persone, delle loro comunità e del pianeta, con massimo rispetto per la vita umana e per la diversità della vita sul pianeta. Ne risulta una visione della professione sanitaria che nella sua pratica di supporto alla salute umana non perde mai di vista, anzi include, il sistema planetario di cui è parte e con cui interagisce. L’interpretazione dei principi di beneficienza e di non maleficenza, ricorrenti nel pensiero ippocratico, vengono estesi alla considerazione della vitalità per l’intero pianeta come fondamenta per il benessere dell’umanità.


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Giuramento di Ippocrate e crisi dell'Antropocene

Il ruolo del professionista sanitario viene inquadrato all’interno di una complessa rete interdisciplinare di rapporti e di conoscenze, con cui si impegnerà a relazionarsi e di cui sarà interprete e comunicatore, sempre con l’obiettivo di raggiungere una salute al contempo individuale, comunitaria e planetaria, contribuendo a ridurre l’impronta ecologica delle società e a promuovere, attraverso un processo di consapevolizzazione e di divulgazione, quelle trasformazioni individuali e sistemiche che permettano di aumentare la resilienza ai cambiamenti ambientali. Si fa esplicito riferimento alla necessità sia di agire per impedire la disinformazione che può recare danno alla salute del pianeta, sia di conoscere e rispettare le diverse fonti di conoscenza sulla salute individuale, comunitaria e planetaria, come quelle derivanti dai sistemi di conoscenza tradizionali indigeni. Nell’ultima parte del documento si sottolinea la necessità di coerenza del professionista sanitario nell’incarnare i valori e i modelli di cui è interprete e comunicatore. La cura della salute e del benessere del professionista sono prerequisiti per servire la comunità nel miglior modo possibile, altresì ci si impegna a essere un modello vivente per pazienti e per la collettività dei principi della salute planetaria. L’impegno finale è poi a non usare in nessuna situazione la propria conoscenza a discapito delle libertà civili e dei diritti umani, anche sotto minaccia, alla luce dell’interdipendenza fra il diritto umano alla salute e il mantenimento della salute planetaria. Si ribadisce infine come ci si impegni direttamente a incarnare una visione di salute personale, comunitaria e planetaria che permetterà alla biodiversità sul nostro pianeta di prosperare nel presente e nel futuro.


La proposta di pronunciamento per professionisti sanitari nell’Antropocene si pone in linea di continuità con la Dichiarazione di Ginevra, presentando la figura del professionista sanitario come un servitore dell’umanità. Il tema del mettersi al servizio era già presenta anche nei vari documenti del Corpus Hippocraticum che trattano argomenti di etica medica, come ad esempio accade in Epidemie libro I, dove il medico è presentato come servitore dell’arte medica e dove si enuncia il triangolo ippocratico di medico, malato e malattia. Nello stesso passaggio si riformulano i principi di beneficienza e non maleficenza che ricorrono nei testi di etica ippocratica, destinati ad essere variamente riproposti nei pronunciamenti dei secoli successivi: “Tendere nelle malattie a due scopi, giovare o non esser di danno” (Ippocrate, Epidemie I, p.304). Al professionista sanitario vengono richieste doti di coerenza individuale e un impegno di testimonianza diretta della visione di salute individuale, collettiva e planetaria di cui è promotore che vanno oltre le conoscenze e le capacità necessarie per svolgere la propria attività professionale, coinvolgendo la sfera personale, come già accadeva per il Giuramento nell’impegno al mantenimento della purezza nella vita e nell’arte medica. Nella proposta del 2020, in un periodo pandemico che ha evidenziato l’inevitabile interconnessione fra esseri viventi su tutto il pianeta, il termine salute viene sistematicamente declinato in termini individuali, comunitari e planetari. Al professionista sanitario viene richiesto di sviluppare una capacità di visione prospettica, capace di includere e considerare contemporaneamente l’impatto del proprio operato sulla salute del singolo, della comunità in cui è inserito e del pianeta di cui è parte. Questa visione, che potremmo definire olistica nell’accezione etimologica del termine, è una visione sistemica ed è tipica di molti sistemi di conoscenza tradizionali indigeni e di medicina tradizionale, al cui rispetto il documento contemporaneo direttamente invita.

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L'OMS riconosce il valore delle Medicina Tradizionali e ne promuove l'integrazione nel sistema sanitario

La Strategia dell’OMS per la Medicina Tradizionale 2014-2023, pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013, riconosce l’importante valore della medicina tradizionale nella gestione della salute dell’individuo e della collettività e mira proprio a sostenere le diverse nazioni nell’adottare misure adeguate e sicure di integrazione delle conoscenze e delle pratiche delle medicine tradizionali con il sistema sanitario della nazione. Una medicina tradizionale/complementare qualificata viene indicata come un contributo positivo, chiave per il raggiungimento della copertura sanitaria globale. Fra le medicine tradizionali estremamente popolari a livello nazionale, ma diffuse e praticate in tutto il mondo, il documento dell’OMS ricorda nello specifico la medicina tradizionale cinese, l’ayurveda e la medicina Unani, che trova le sue radici direttamente nella medicina ippocratica.


Giuramento di Ippocrate e sua attualità

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Attualità del pensiero ippocratico

I trattati ippocratici ci restituiscono una visione di continuità fra l’uomo e la natura che si collega sia all’ipotesi Gaia di Lovelock, sia alla visione di continuità fra la salute dell’uomo, della collettività e del pianeta presentata nella proposta di Wabnitz e colleghi. C’è una solida continuità fra microcosmo e macrocosmo nel pensiero di Ippocrate, dove la salute dell’uomo è legata all’equilibrio fra i quattro umori circolanti nel suo organismo (bile gialla, sangue, flemma e bile nera), che corrispondono ai quattro elementi fuoco, aria, acqua e terra, con riferimento alle quattro radici primordiali della teoria empedoclea. L’eventuale squilibrio, causa di malattia, verrà corretto col suo contrario, attraverso una dieta e l’utilizzo di piante officinali e pratiche che saranno espressione della qualità mancante da riequilibrare (freddo, caldo, secco, umido, presenti a coppie negli elementi). Il contributo successivo di Galeno alla definizione delle qualità e del grado delle piante officinali e dei cibi sarà destinato ad essere cruciale per tutta la tradizione erboristica e medica fino alla fine dell’era moderna. Ippocrate non manca di sottolineare l’influenza fondamentale dell’ambiente per la salute dell’individuo. Le acque, le arie e i luoghi si apre proprio con un invito al medico a conoscere le caratteristiche delle diverse stagioni, dei venti e delle acque e la loro diversa influenza per la salute, ai fini di condurre correttamente un’indagine medica. Il medico osserverà anche le abitudini di vita della popolazione e a partire da questa visione d’insieme, sistemica, sarà in grado di prevedere le epidemie. Osserverà anche la situazione dal punto di vista delle istituzioni, dal momento che lo stesso ordinamento sociale avrà influenza sulla salute della collettività e degli individui, positiva in caso in cui gli uomini siano in condizioni di democrazia, signori di se stessi e delle proprie leggi, negativa in caso contrario.


Il pensiero ippocratico che soggiace al Giuramento, con la sua visione d’insieme di uomo, natura, collettività, presenta importanti elementi di attualità, alla luce della crisi dell’Antropocene e della necessità di ripensare la prospettiva antropocentrica della civiltà occidentale (quella a più alto impatto ecologico), a favore di una visione , come richiede l’ipotesi Gaia, improntata all’interconnessione fra individuo, collettività e pianeta, come sottolinea la dichiarazione di impegno per la salute planetaria per i professionisti sanitari del 2020.


Bibliografia completa disponibile su richiesta.

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